L'ORDINARIO

Quaderno di appunti fotografici

La stampa nel cassetto

La stampa nel cassetto

Primi giorni di primavera, fuori c’è il sole, gli uccelli cinguettano, una piacevole brezza marina ti accarezza i capelli. Decidi di uscire.

Rewind ◄ ◄ : Primi giorni di primavera, fuori piove, gli uccelli sono accovacciati tra i rami, un poco piacevole vento di tramontana ti ricorda che i capelli non li hai più e che è vero che non ci sono più le mezze stagioni. Decidi di restare in casa e dare una rassettata!

Frugando tra i cassetti ti ritrovi tra le mani una fotografia 6x9 cm di fine anni ’50. È qui che vien fuori una riflessione ormai costante: perché non stampiamo più le nostre fotografie?

Perché siamo pigri. È questa la verità. Oggi la velocità e la massa di fotografie che produciamo sono inversamente proporzionali alla restituzione su carta delle stesse. Potrei aprire, adesso, un lungo discorso sulla società odierna e sulla demonizzazione dei moderni mezzi di comunicazione cui fanno capo i social media, da cui ormai siamo totalmente dipendenti. Su come la fotografia sia diventata un mordi, posta e fuggi delle immagini; su come la mania del “selfie” (faccio sempre fatica a utilizzare questo termine) sia diventata legge sul libero accesso nella propria vita da parte degli sconosciuti. Potrei dunque, ma non lo farò. Il mio vuole essere solo uno spunto di riflessione sull’importanza della stampa nella fotografia.

Susan Sontag nel suo saggio Sulla Fotografia (1977) affermava che “Nelle fotografie l’immagine è anche oggetto, leggero, poco costoso, facile da portarsi appresso o da conservare”. Conservare per l’appunto. Stampare e conservare, rendere tangibile e non effimero un ricordo.

Un mio timore, diventato certezza (definitemi pure paranoico o catastrofista) è che tutti gli scatti che oggi conserviamo nei “cassetti digitali” prima o poi verranno persi e i ricordi che ora sono vividi diventeranno sempre più labili, fino a scomparire.

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Papà. Reggio Calabria,1957 © Gianluca Meduri

Un’altra spiacevole constatazione è venuta fuori in campo lavorativo: il numero di clienti che preferisce ricevere solo file digitali piuttosto che stampe fotografiche, siano esse singole o su fotoalbum, è in continuo aumento. Per questo motivo il mio impegno per frenare e invertire questa tendenza è costante.

E poi, diciamocelo: quanto è bello di tanto in tanto aprire il cassetto e ritrovare quel mucchio di foto sparse (o raccolte negli album di famiglia) che ti “costringe” a fermarti e toccare con mano la memoria di determinati momenti, vissuti o meno da protagonista, che fanno parte del tuo vissuto?

Insomma, senza tirarla troppo per le lunghe, prendetela di punta, alzate il sedere e portate a stampare i vostri ricordi, e se proprio la pigrizia ha messo radici nel vostro dna, oggi l’internette ci viene incontro in tantissimi modi, permettendo di ordinare stampe online in pochissimi click e a costi contenuti.