L'ORDINARIO

Quaderno di appunti fotografici

Paesaggi, Interni e Nudi - Todd Hido

Paesaggi, Interni e Nudi - Todd Hido

“Abbiamo tutti una storia da raccontare, e credo che non possiamo fare a meno di raccontarla.”

Si chiude con questa riflessione il libro Paesaggi, Interni e Nudi di Todd Hido. Il volume fa parte della interessante e ben riuscita, a mio avviso, Collana Aperture Workshop fotografici, edita da Postcart.

Una riflessione, dunque, che vuole essere uno stimolo per il lettore e che va a concludere la serie di suggerimenti, insegnamenti e visioni che si susseguono dalle prime pagine del libro.

Hido analizza i tre ambiti fotografici su cui ha costruito la sua carriera e il suo modo di interpretare la realtà, e lo fa ponendo l’accento sull’importanza di avere una prospettiva personale che garantisca quindi la possibilità di creare immagini di un certo impatto.

Una prospettiva personale che si può trovare per caso, come lui stesso afferma parlando dei suoi paesaggi vista parabrezza. “Ho iniziato a fotografare dal finestrino della mia macchina per caso. Un giorno che pioveva mi trovavo a fotografare per i sobborghi. Mi fermai a un incrocio e in quel momento l’acqua scrosciò dal tetto e inondò il parabrezza, creando un’immagine espressiva e pittorica dinanzi ai miei occhi. La immortalai!. È così che accadono le cose. A volte scopriamo il nostro metodo di lavoro semplicemente scattando.”

E lui lo ha fatto coi suoi viaggi on the road, guidando su strade solitarie, deserte della periferia americana, soffermandosi spesso su paesaggi notturni, sulle finestre illuminate delle case, perché “non possiamo fare a meno di immaginare la gente che vi abita”.

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Già dal primo capitolo del libro “Una ragione per scattare” l’autore ne delinea il contenuto: discute i successi e le fatiche della sua carriera e offre "consigli pratici, professionali e creativi" agli altri fotografi. Spiega che la sua fotografia è stata creata da "l'impulso di registrare qualcosa" e che questo impulso per lui è di solito un elemento che richiama i luoghi del suo passato.

Descrivendo i suoi “Esterni”, Hido racconta la sua infanzia precaria e di come questa lo abbia influenzato nella sua carriera fotografica. La sua prima fotocamera è stata una Kodak Instamatic 126, la prima foto scattata è del soggiorno di casa, e si è immerso seriamente nel mondo della fotografia, immortalando i suoi amici che saltavano e gareggiavano con le loro BMX. Nel presentare la sua fotografia notturna, in cui ogni casa ripresa al crepuscolo diventa un personaggio spettrale e misterioso, Todd Hido afferma che con ogni immagine si sforza di ottenere quella ambiguità che attirerà lo spettatore lasciandolo allo stesso tempo inquieto. C'è sempre un elemento che emerge in ogni sua foto e rimanda a una narrazione e interpretazione più ampia. “I paesaggi hanno un linguaggio peculiare che comunica allo spettatore cosa provare: solitudine, freddo, smarrimento”.

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Anche nei suoi "Interni" Hido rimarca la forza emotiva del suo lavoro e coinvolge lo spettatore utilizzando gli aspetti tecnici della fotografia: l’uso delle luci, i contrasti, la prospettiva.

Case anonime, spoglie, spazi interni vuoti e, all’improvviso, i ritratti, i nudi. “Quando lavoro con soggetti nudi cerco un’emozione, sia loro che mia. Qualunque emozione ci sia o possa sorgere durante il procedimento, le persone quando sono nude agiscono in un certo modo; si crea un’apertura e una vulnerabilità che altrimenti non ci sarebbero”.

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Dopo i ventinove preziosi capitoli, Todd Hido ci fa un ulteriore regalo mettendo a disposizione l’elenco delle fonti di riferimento tratto dalla sua tesi di laurea del 1996 presso la California College of the Arts, che lo ha alimentato durante la scuola di specializzazione e oltre.

Che dire di più? Compralo, sfoglialo, leggilo!